Dipendenza dal lavoro: cos’è e come si affronta in psicoterapia
Per guadagnarsi da vivere tutti dobbiamo lavorare. L’ideale è riuscire a godere della propria attività professionale, che ci fa sentire realizzati. Tuttavia, sappiamo bene quanto sia importante distinguere il tempo dedicato al lavoro da quello personale.
Ma questo non accade a chi soffre di dipendenza dal lavoro. Le persone che vivono questa condizione trasformano la loro relazione con il lavoro in un comportamento patologico. In questo articolo vedremo come affrontare il problema della dipendenza dal lavoro e in che modo può aiutarci la psicoterapia.
Cos’è la dipendenza dal lavoro e perché si manifesta?
Chi soffre di dipendenza dal lavoro tende spesso a giustificarsi dicendo che ha “troppo da fare” o che “il lavoro gli piace molto”. Curiosamente, il comportamento è simile a quello di chi sviluppa una dipendenza da sostanze: non riesce a smettere.
Quando non lavora, la persona sperimenta sintomi simili a una vera e propria crisi di astinenza, come ansia, depressione o irritabilità. Per questo motivo, la soluzione più facile è riprendere a lavorare.
Si crea un meccanismo di bisogno: il lavoratore dipendente deve impegnarsi sempre di più per sentirsi bene, arrivando al punto di non lamentarsi e di non mettere in discussione i sacrifici fatti.

Cause della dipendenza dal lavoro
Spesso il problema affonda le radici nello stile educativo ricevuto durante l’infanzia. Alcuni genitori esigenti fanno sì che il bambino associ l’amore e l’approvazione con l’efficienza, la produttività e il successo. Da adulto, la persona interiorizza l’idea che “essere amato” equivale a “lavorare tanto e bene”.
A livello sociale, la figura del “gran lavoratore” è molto apprezzata. Ma questo riconoscimento rischia di diventare una trappola per chi cerca approvazione, portandolo a rifugiarsi nel lavoro per colmare vuoti emotivi o difficoltà familiari.
“La cosa più triste è che l’unica attività che si può fare per otto ore al giorno è lavorare.”
William Faulkner (1897-1962) – scrittore statunitense

Segnali evidenti di dipendenza dal lavoro
La persona dipendente dal lavoro si sente sicura di sé solo mentre lavora. Non riesce a separare vita professionale e personale, lavora molto più di otto ore al giorno e ha bisogno di avere il controllo su ogni dettaglio.
Evita sistematicamente ferie e malattie, sente ansia nei weekend e durante le vacanze. Ha una gestione del tempo molto rigida ed evita qualsiasi attività considerata “inutile” o “poco produttiva”.
Lavora con un’energia apparentemente inesauribile, dorme poco e pensa al lavoro appena sveglia e prima di dormire. La mente è costantemente attiva, alla ricerca di soluzioni ai problemi lavorativi, impedendole di rilassarsi.
Diagnosi
La dipendenza dal lavoro è un fenomeno ancora sottovalutato e difficilmente riconosciuto. Il disagio psicologico è difficile da valutare, per cui la diagnosi avviene spesso solo quando compaiono altri sintomi psicofisici.
Spesso il problema viene identificato in fase avanzata, magari dopo eventi gravi come un infarto, quando l’unica soluzione immediata è una pausa assoluta dal lavoro.
Dipendenza dal lavoro e ambiente aziendale
Affrontare la dipendenza richiede un cambiamento psicologico profondo, accompagnato da un percorso psicoterapeutico. Ma anche l’ambiente lavorativo ha un ruolo cruciale: è fondamentale che l’azienda non premi comportamenti compulsivi legati al lavoro.
Serve una maggiore consapevolezza da parte dei manager, che dovrebbero promuovere l’equilibrio tra vita privata e professionale, premiando strategie di gestione del tempo efficienti, più che la quantità di ore trascorse in ufficio.
Accettare la dipendenza dal lavoro
Chi soffre di dipendenza dal lavoro spesso fatica ad ammettere il problema. Eppure, è essenziale affrontare seriamente la propria relazione con il lavoro per evitare gravi conseguenze sulla salute psicologica e fisica.
Il primo passo è guardarsi con maggiore realismo, rinunciare al perfezionismo, imparare a delegare e ad accettare i propri limiti. In questo percorso, il supporto di uno psicoterapeuta è fondamentale.
La persona deve rendersi conto che ha superato un limite, che il lavoro non può occupare tutta la sua vita. Solo allora potrà cominciare a curarsi.

Psicoterapia
Una volta che la persona accetta la necessità di affrontare il problema, iniziare un percorso di psicoterapia diventa fondamentale. La terapia cognitivo-comportamentale è particolarmente efficace secondo la ricerca scientifica.
Questa forma di terapia aiuta a sviluppare l’autocontrollo, a gestire meglio le attività lavorative e, soprattutto, a ritrovare piacere nei momenti di vita extra-lavorativa.
Il paziente impara a dire di no, a delegare, a comunicare in modo assertivo e a riconoscere i propri bisogni reali. Inizia così a sostituire pensieri disfunzionali con altri più realistici e ad abbassare il livello di autoesigenza.
Il risultato? Smettere di vivere per lavorare… e tornare a lavorare per vivere.
